Quando si dice un nome e una garanzia. L’Ostaia Da U Santu, nei pressi dello splendido Santuario delle Grazie di Voltri (da cui prende il nome) è ormai un’autentica istituzione, un tempio laico della cucina genovese e ligure, un posto dove non solo si mangia bene, ma si sta altrettanto bene, a contatto con la natura e con le belle tradizioni di una volta. Aperta nella notte dei tempi, l’Ostaia Da U Santu è attualmente condotta, da ottobre del 2018, dalla coppia formata da Sabina e Luca Testa, che hanno raccolto diligentemente il testimone dai loro predecessori e hanno portato quella sana e necessaria ventata di novità, senza però mai snaturare nulla e mantenendo intatta la filosofia: prodotti a chilometro zero, cucina tradizionale, ingredienti di primissima qualità, tutto lavorato rigorosamente in casa, dalla pasta fresca ai dolci. È così che U Santu è diventata famosa, una delle migliori osterie di Genova, è così che deve rimanere. Il menu è ricchissimo: si parte con gli antipasti nostrani, per poi passare ai primi a base di pasta fresca. Ravioli con il vero ‘tuccu’ alla genovese, pansoti al sugo di noci, il pesto fatto in casa (qualche volta direttamente con il mortaio) e usato per condire trenette, lasagnette o gnocchi, pure questi artigianali. Per chi ama le verdure, ecco lo Zemino e la zuppa di cavolo nero, mentre nei secondi piatti si spazia dall’arrosto alla genovese al coniglio alla ligure, passando per lo stoccafisso accomodato, il cotechino, l’agnello con i carciofi, prediligendo sempre la stagionalità dei prodotti. Tutte le verdure sono a chilometro zero e provengono dal vicino orto. Di recente, il ristorante si è poi arricchito con una stanza per gli ospiti. Perché è bello venir qui a mangiare, ma anche fermarsi qualche ora, per apprezzare appieno la magia di questo paradiso sulle alture del Ponente genovese. Il piatto più gettonato? Sabina non ha dubbi: il Brandacujun, ovvero lo stoccafisso con le patate mantecate, che la cuoca ha nettamente migliorato rispetto al passato, grazie a un continuo lavoro di ricerca e sperimentazione. Il tutto mentre il Santo veglia, su questa cucina che è a dir poco… divina.